Serie A TIM

SPALLETTI: "PRONTI A SFIDARE IL NAPOLI"

Come si riparte dopo un Derby perso 2-0?
“Si apre un mondo davanti a questa domanda. C’è la possibilità di tirare in ballo il nostro percorso fatto fin qui. Io da quando faccio questo lavoro, ho perso circa 200 partite. Ho preso 700/800 gol. Noi da quando sono tornato qui abbiamo giocato all’incirca 70 partite. Ne abbiamo perse 11 o 12. Abbiamo ripreso tanti gol. Tutte le volte in cui ho perso partite o ho preso gol nella mia carriera ho avuto qualcosa da dire e soprattutto i calciatori hanno avuto qualcosa da fare. Su queste 70 partite ci sono 27 gare in cui abbiamo fatto almeno tre gol. Quindi, nella prossima partita e nel Derby di ritorno, io avrò sicuramente qualcosa da dire e la squadra avrà sicuramente qualcosa da fare. Probabilmente non sarà facile, ma sicuramente non sarà impossibile”.

Domani è una classica del campionato italiano, ma si affrontano due squadre ferite dalla TIM Cup, che partita può venire fuori e può pesare psicologicamente?
“La partita di domani è difficile, è delicata. Ci vorrà moltissima attenzione, forza e qualità. Penso di poter dire la stessa cosa di loro: io penso di aver già detto tutto quello che penso di Sarri e del Napoli. Io e lui siamo vissuti nella stessa terra e sappiamo quand’è il momento di mandarci i messaggi e quando è invece il caso di pensare al nostro orticello. E ora è il momento di pensare a casa nostra. Penso sia corretto dire che anche il Napoli è una squadra matura. I nostri calciatori ci hanno costretto a dire che sono maturi e domani ci vorrà tutta la maturità guadagnata nel percorso da quando siamo partiti insieme la scorsa stagione. Mi aspetto scelte giuste nei momenti della partita in cui bisognerà saper soffrire, mi aspetto che la squadra difenda in maniera ordinata, riuscendo a capire qual è il momento giusto per spingere. Poi è vero che le partite in questo periodo sono ravvicinate e portano via energie, però noi non siamo stanchi, anzi: siamo pronti. Per cui dobbiamo andare a giocare la sfida di domani con le stesse possibilità che ha il Napoli, anche se ha riposato un giorno di più. Non si vuole far compassione a nessuno, non ci garba far compassione agli altri. Si gioca la partita ad armi pari contro un avversario forte che verrà ad affrontarci con le nostre stesse intenzioni”.

Perotti ed El Shaarawy possono essere utili in questo periodo di partite ravvicinate?
“Conoscevamo questo periodo e queste partite. Questo pacchetto di gare comporta anche che si possa cambiare qualche calciatore e probabilmente sarà così anche domani. Però la squadra è ugualmente nelle condizioni di fare partita e di dare spettacolo. Ho rivisto bene il Derby e tutta questa differenza che si è voluta far venir fuori alla fine non c’è stata secondo me. La partita noi l’abbiamo fatta e a lunghi tratti molto bene. Ci sarà da correggere qualcosa che faremo nella partita di ritorno”.

Domani si incontreranno i migliori attacchi: qual è la caratteristica in cui secondo lei la Roma è più forte del Napoli?
“Non c’è quando si affrontano due squadre forti così. Quando ci sono calciatori di questo livello è difficile dire che siamo assolutamente più forti in questo o in quello. Anche se c’è un leggero vantaggio, la scelta giusta in un momento del match lo potrebbe benissimo annullare, oppure l’avversario potrebbe prepararsi prima studiando le nostre mosse. A volte nella partita, anche se hai più qualità, l’avversario è più pronto per sfruttare la situazione. Siamo due squadre forti, altrimenti non sarebbe stato possibile portare avanti questi numeri da quando sono qui. Parliamo di due club di cui dirigenti, allenatori e tifosi possono andare orgogliosi perché si vede che c’’è un lavoro professionale dietro, c’è serietà, c’è presa di coscienza, c’è attaccamento, c’è identificazione nei colori. Non ci sono grossi vantaggi domani per poter dire “spingiamo lì perché questa è la strada giusta contro i nostri avversari””.

Cosa è successo contro la Lazio?
“Noi avevamo il pallino in mano e all’inizio si è fatto molto bene, ma bisognava andare a giocare nel traffico della trequarti avversaria e certe situazioni hanno generato dei pericoli. Perché se ci vai a giocare distante dai due che loro lasciavano pronti a ripartire, come Felipe Anderson e Immobile, si dava loro la condizione di poter ribaltare l’azione con la loro velocità in un campo abbastanza largo: se sei a dieci metri di distanza non fai in tempo a riprenderli. In questo modo hanno sfruttato diverse ripartenze. E hanno trovato qualche spazio per attaccarci. In questi spazi concessi sono stati bravi a trovare il vantaggio e poi noi non siamo riusciti a sfruttare gli episodi importanti che siamo riusciti a creare. Riguardandola ne abbiamo parlato, ci siamo trovati d’accordo sull’analisi e ora bisogna pensare alla sfida successiva, per dare seguito ai numeri che abbiamo, alla classifica che abbiamo. Dobbiamo farne uso e tesoro come sempre accade con gli errori commessi. Dobbiamo andarne oltre, siamo proiettati verso il futuro”.

C’è paura che gli obiettivi stagionali stiano sfuggendo di mano?
“Prima di ogni partita non si sa mai il risultato. Se prima dell’inizio dell’anno mi avessero detto “a marzo sarai a questo punto” io non so cosa avrei risposto, forse mi sarei giocato la possibilità di andare oltre ma finora mi sembra rispettoso il conseguimento dei risultati da parte dei nostri ragazzi. Il confronto è sempre con la Juventus, che però sta facendo un percorso miracoloso. I nostri numeri in questo momento sono uguali a quelli della Juventus nella scorsa stagione, poi loro sono andati oltre, come noi siamo andati oltre rispetto a quanto fatto l’anno scorso. E poi direi che la parola paura mi dà fastidio, mi chiedo “perché vuoi farmi paura?”. In questi giorni i nostri avversari dopo la vittoria nel Derby hanno manato messaggi di sfottò, anche se molti di loro mi sono sembrati molto vintage. Ho un vicino che mi è venuto a mettere una cosina alla porta di casa. Cosa che io non ho fatto quando è successo al contrario. Posso aggiungere che son tanti i messaggi ricevuti e non mi era mai capitato di riceverli alla fine del primo tempo. Ora si fa quello che abbiamo detto prima, portiamo avanti i nostri numeri tentando di dire qualcosa, in considerazione della differenza che abbiamo davanti. Sostanziale. Io avrò delle cose da dire, i giocatori avranno delle cose da dire”.

Dato che Dzeko le sta giocando praticamente tutte, pensa possa soffrire la stanchezza con questi match molto ravvicinati?
“Secondo me a Milano ha giocato una grande partita, l’altra sera è stato sotto tono, però per dire che uno è stanco ci vogliono due o tre partite, ci vuole ripetitività. Una partita sbagliata, invece, può succedere. Al momento bisogna fare come con tutti: prendere in considerazione dei numeri, professionisti che valutano dei dati e un po’ d’occhio per poter andare a trovare la soluzione”.

(Foto LaPresse)

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